- Hai fatto parte di una generazione d’oro che ha conquistato il Mondiale Under 19, dove sei stato premiato come miglior centrale del torneo, oltre al Mondiale U21 e agli Europei Under 22. Cosa hanno rappresentato per te questi traguardi, sia a livello personale che come squadra?
Quella generazione 2002 è stata davvero d'oro, formata da talenti come Michieletto, Rinaldi, Porro, Catania, Stefani, Crosato e me. Abbiamo vinto sia nel 2019 sia nel 2021 e, in entrambe le competizioni, sono stato premiato come miglior centrale del torneo.
Ha significato davvero molto, soprattutto ricordando i primi anni nei collegiali della Nazionale. Erano periodi durissimi, ci allenavamo tantissimo, mattina e pomeriggio senza sosta, ma proprio quegli allenamenti ci hanno aiutato a costruire una grande compattezza di squadra. Inoltre, ci hanno insegnato tanto a livello relazionale, a come comportarci dentro e fuori dal campo.
L'esperienza Under 21, invece, è stata particolare perché vissuta durante il Covid. Ricordo le videochiamate con gli allenatori, un periodo difficile, ma riuscire comunque a raggiungere quei risultati ha rappresentato un tassello fondamentale del mio percorso pallavolistico. Indossare la maglia azzurra è speciale, unico, e regala emozioni che nessun'altra maglia può dare.