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Atleta del Mese - Davide Viale

SoFood SoGood • nov 07, 2022

Atleta del Mese: Davide Viale


3,8 km di nuoto, 180km in biciletta, 42km di corsa.

Ecco come si svolge una gara Ironman.

E Davide, prima nostro cliente e adesso nostro ambassador, ne ha svolte ben 5, arrivando a partecipare all'Ironman World Championship a Kona, Hawaii.


Alla gara di Nizza si è qualificato 41° assoluto con tempo di 9 ore 53 minuti 52 secondi, conquistando così il suo posto nella finale mondiale che si è svolta l'8 ottobre 2022. Davide Viale, sportivo amatoriale, ci ha sempre creduto e ce l'ha fatta. Con dedizione, fatica, costanza e impegno ci ha dimostrato ancora una volta che "volere è potere" e che con alcuni sacrifici si riesce a conciliare lavoro, famiglia e sport raggiungendo l'obiettivo prestabilito: partecipare a 5 gare "Ironman", la più lunga e temuta gara di resistenza di tutto il mondo.


  • Com'è nata la passione per il Triathlon e cosa ti ha spinto a partecipare a 5 gare Ironman?

Quando ero piccolo mio papà mi ha sempre spinto a provare tutti gli sport: dallo sci alla pallavolo, dalla bicicletta al judo, ma niente mi entusiasmava particolarmente.

A 12 anni, grazie alla spinta e al supporto di mio fratello, iniziai a praticare il nuoto a livello agonistico come velocista. Il mio obiettivo era qualificarmi ai Campionati Italiani ma, non riuscendo a ottenere il tempo desiderato, a 18 anni presi la decisione di smettere.

Ecco che a 24 anni decisi che era il momento giusto per inseguire una nuova passione: il triathlon. Il primo anno fu un anno di prova. L’anno dopo feci la mia prima gara ad Andora e subito dopo una a Cuneo. Dopo tre anni, nel 2015, decisi di iscrivermi all’Ironman di Venezia con l’obiettivo di finirla. Il mio allenatore, Andrea Gabba (Tecnico della Nazionale), che tutt’ora mi segue, mi aitò durante tutta la preparazione e il risultato fu sorprendente: non sono terminai la gara, ma quell’Ironman mi diede accesso alla finale l’anno successivo.


Da lì non ho più smesso e ad oggi ho partecipato a 5 Ironman, tra cui due finali mondiali.   


  • L' Ironman è una gara composta da 3,8km di nuoto, 180km in biciletta e 42km di corsa. Come ti prepari a queste competizioni?

Quando mi sono iscritto al primo Ironman la mia preparazione nella corsa non era ottimale in quanto, negli anni precedenti, mi ero sempre concentrato sugli sprint, corse corte e veloci. Ho sempre creduto e credo tutt’ora che non si possa ambire a fare bene un 5000m se non si sa fare bene una gara sprint. Questo mio pensiero ha aiutato a capire bene le distanze, la potenza e abituare il mio corpo a determinati sforzi e fatiche. Uno dei difetti di noi amatori infatti è quello di concentrarsi troppo sul volume di allenamento e non sulla sua qualità. I ragazzi che invece sono seguiti da preparatori riescono a dosare e periodizzare meglio gli allenamenti. Adesso sono 6 anni che mi alleno con Andrea e con lui ho imparato ad aumentare l’efficacia dell’allenamento riuscendo ad avere miglioramenti continui. Altro aspetto fondamentale per arrivare preparati a una gara del genere è il sostegno della famiglia. Bisogna essere una “squadra” che funziona bene al fine di condividere un percorso e avere sempre il giusto supporto.


  • Dal punto di vista psicologico, come ti alleni e come riesci a non mollare nei momenti più critici?

A me piace la gara, l’adrenalina e la sensazione che provi quando sei sotto pressione. Non faccio sedute dal metal coach ma cerco di pormi da solo degli obiettivi da raggiungere. Quando ti iscrivi ad una gara come l’Ironman sai già a priori che avrai almeno due crisi: una intorno al 120esimo km in bicicletta e una nel momento della corsa nella seconda metà della maratona, nonché parte finale di tutta la gara.

Le gare più dure sono state nel 2018 l’Ironman di Cervia e l’ultima di ottobre 2022 a Kona (Hawaii).

Nel 2018 ero reduce da un brutto incidente: mi avevano investito in bicicletta durante un allenamento e la mia preparazione per l'Ironman era stata molto compromessa. Durante la gara ho avuto paura di non riuscire portare a termine la parte di ciclismo e di conseguenza tutta la competizione, nonostante avessi comunque fatto il mio miglior tempo di nuoto. Mi sono quindi prefissato di finire la salita che avevo davanti e andare avanti a piccoli obiettivi così da riuscire a raggiungere il traguardo finale.


A Kona, alla finale mondiale l’8 ottobre 2022, il clima mi ha letteralmente distrutto. Nel nuoto non ho avuto difficoltà, ma nella sezione di bicicletta ho pensato di mollare. Il caldo era insopportabile e le energie scarseggiavano.

Perché non mi sono mai ritirato? Perchè portare a casa un tempo dignitoso e cercare di terminare una gara del genere da un valore aggiunto che non tutti riescono ad ottenere.  


  • Come gestisci l’alimentazione e l’integrazione nelle varie fasi di preparazione e svolgimento della gara?

Nell’ultima gara ho commesso alcuni errori in merito all’alimentazione in gara, in quanto mi sono basato sull'integrazione delle mezze distanze e non sulla prestazione in generale.

Nella corsa solitamente utilizzo i gel nonostante siano molto pesanti da digerire e siano causa di numerosi problemi intestinali. Le barrette invece le mangio ogni 45 minuti circa di modo da avere sempre un carico di energia in corpo.

Il fattore alimentazione è comunque importantissimo perché bisogna avere sempre la giusta quantità di carboidrati ed energia. La vera sfida è riuscire a trovare il giusto equilibrio e la giusta quantità di integratori da assumere per non essere mai né in eccesso né in difetto di energie. Con le barrette #SoFood le consumavo anche prima di queste gare e mi sono sempre trovato bene perché non sono troppo dolci e entrano in funzione in massimo 15/20 minuti dall’assimilazione. Personalmente io alterno una energetica al cocco e una al lime di modo da non annoiare mai il gusto, aspetto fondamentale in gara. 


  • Che consiglio dai ai nostri lettori?

A tutti gli amatori, che poi è quello che sono anche io, il mio consiglio è periodizzare l’allenamento e puntare sulla qualità e non sulla quantità. Un altro aspetto fondamentale è il riposo, quello deve essere sempre equilibrato. Quando ho terminato il mio Ironman a Nizza non ho fatto nessun tipo di sport per due settimane e adesso dopo questo ultimo Ironman a ottobre farò circa due mesi di stop.

Il rischio di non lasciare riposare il corpo è quello di incorrere in infortuni che andranno poi a penalizzare gli obiettivi e i programmi futuri.


Davide vi aspetta sul nostro profilo @sofood.it per tutto il mese di Novembre con consigli e suggerimenti, oppure puoi seguire le sue gare e i suoi appuntamenti sulla sua pagina IG @vialeda87


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